Catalogo
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Danilo Bianchi
L’usignolo e la rosa
Nel suo insieme il Divano occidentale-orientale è naturalmente molto di più di una raccolta di sole poesie amorose. Attraverso la complessità dei registri linguistici, la varietà dei toni, che possono passare dall’ironico al sentenzioso, e la presenza di alcuni argomenti legati alla storia o alla politica, Goethe riesce ad entrare empaticamente in sintonia con lo spirito del Canzoniere di Hâfez.
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Dovettero trascorrere quasi esattamente cento anni dal viaggio letterario di Goethe in Oriente e dalla pubblicazione del suo Divan, prima che la “natura morta poetica” del motivo dell’usignolo e della rosa si materializzasse in una moderna immagine pittorica.
Giacomo Leopardi
Frammento apocrifo di Stratone da Lampsaco
Prefazione di Giuliano Toraldo di Francia -
Con manoscritto -
Giacomo Leopardi, come si sa, rappresenta una luminosa eccezione nel panorama culturale non solo della sua epoca, per quanto riguarda l’interesse alle cose della scienza. In generale i letterati, i poeti, i filologi italiani dell’Ottocento (o dovremmo dire anche del nostro secolo?) non brillano per la loro informazione e comprensione per i problemi scientifici. Molto spesso li lasciano semplicemente fuori dal loro concetto di “cultura”...
Non così il Leopardi, che quando alza gli occhi al cielo e si domanda “a che tante facelle?” lo fa da sommo poeta, sì, ma anche da studioso che segue con attenta curiosità i progressi che gli specialisti vanno facendo nella comprensione del mondo naturale.
Gabriele Guerra
Hugo Ball in Ticino
Avanguardia, alternativa e comunità: sono questi dunque i fattori distintivi che rendono per molti versi unica l’esperienza artistica e intellettuale che attraversa i primi decenni del XX secolo, specialmente nei paesi di lingua tedesca. Si potrebbe aggiungere un quarto fattore, altrettanto distintivo di quella temperie – ovvero la trascendenza. Comune ai dadaisti ed agli iniziatori di Monte Verità, ai salutisti Lebensreformer ed agli utopisti politici non è cioè solo una commistione di simbologia politica, sociale e antropologica, ma anche la presenza di una spiccata simbologia religiosa.
Alberto Savinio
Il sorbetto di Leopardi
Postfazione di Massimo Gatta. Chi di noi non ha pianto sulle miserie fisiche di Giacomo Leopardi? Tanto più profondamente però ferisce la nostra poetica compassione la notizia che parte di quelle miserie era dovuta alla irrefrenabile ingordigia del «contino». Leopardi era grande amatore di gelati, sorbetti, mantecati, spumoni, cassate e cremolati, il che, di per se stesso è segno alquanto brutto. Il gelato piace ai ragazzi, alle donne e agli uomini privi di occupazioni mentali. Non si concepisce uomo grave e di pensiero seduto davanti a un cremolato di visciole, col cucchiaio a spatola in mano e la bocca arrotondata a ventosa, che è la posizione caratteristica del mangiatore di gelati.
Alberto Savinio
Il rocchetto di Venere
«Mi siete curioso, signore». Le risposi con la mia più petulante modestia: «Vi sbagliate, mia signora, non credo di esserlo affatto!». Rise – ché negli amori in boccio il riso tiene magna parte –; rise e, con malizia, ribatté: «Voglio metterci il dito». Ed io: «Anzi, tutta la mano, signora!».
Marco Guidi
Nel cuore perduto dell’Asia
Questo libro, questo racconto di tanti viaggi in Asia ha insieme un difetto e un pregio.
Il difetto è questo: le molteplici vicende che vedono l’integralismo islamico più stupido e più feroce dilagare hanno fatto tra le tante altre anche vittime definitive tra il patrimonio culturale e artistico di tutta l’umanità.
Si è iniziato in Afghanistan con la distruzione dei giganteschi Budda di Bamian e si è proseguito con i saccheggi dei musei di Baghdad e poi di Aleppo, con la distruzione dei monumenti della stessa città, con i bombardamenti del Krak dei Cavalieri, il più bel castello crociato del Medio Oriente.
Poi Nimrud e, infine, lo straziante caso di Palmyra, con le sue splendide rovine rase al suolo e con i pezzi archeologici venduti a un mercato clandestino che ha in Occidente suoi maggiori acquirenti. In pochi anni siamo stati rapinati di alcune delle più importanti testimonianze della nostra civiltà.
E qui sta il (modesto) pregio del nostro racconto che ora vale come testimonianza di un mondo meraviglioso scomparso per sempre.
Roberto Fregna
Cesenatico tra terra e mare
È tuttavia soltanto con l’Unità d’Italia (ponendo questa data come approssimativo inizio di un processo che diverrà irreversibile) che Cesenatico seguirà il generale fenomeno di radicale trasformazione funzionale ed economica che coinvolgerà l’intera riviera romagnola creando le premesse di uno sviluppo sempre più autonomo e svincolato dalle influenze dell’entroterra e da attività di tipo più tradizionale quali la pesca e il mercato del pesce.
Guido Giannuzzi
Gli ombrelli di Satie – Prefazione di Pier Damiano Ori
L'atteggiamento di Satie fu sempre quello di esprimere, con l’ironia della sua musica, non il contrario di quanto prescritto dalle tendenze dell’epoca, ma altro. Inconsapevolmente d’accordo con Pirandello – che definiva l’umorismo come “sentimento del contrario” – Satie fu capace di far diventare senso anche l’assenza di senso, attraverso la non conciliazione tra oggetto e rappresentazione