Catalogo
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Gianni Scalia
Heidegger Marx Heidegger
Ma ciò che si impone come compito del pensare alla fine della metafisica, dice Heidegger, è quello di pensare l’essere come essere, l’essere come tale, non l’essere come qualcosa. L’ultimo pensiero della metafisica occidentale è stato di pensare l’essere come “valore”, cioè come ciò che è ‘disponibile’. C’è una frase di Marx: “Il lavoro non ha valore”.
Il lavoro non ha valore, che sarebbe come dire che l’essere non ha valore. Bisogna fare un altro passo e dire: caro Marx, è vero, non ha valore il lavoro, ma il lavoro non ha valore perché non ha valore l’essere. Se tu al posto dell’essere mi dici che l’essere è lavoro, cioè produzione, mi ritorna il valore. E non strapperai più, non dissocerai più l’essere dal valore perché ci hai messo dentro il lavoro.
Del resto non si tratta di essere né fedeli né infedeli. Dice René Char, che è un poeta (quindi dopo un filosofo come Marx e uno strano filosofo-poeta come Heidegger, concludiamo con un poeta come Char): “Nella fedeltà noi impariamo a non essere mai consolati”. Quindi, vogliamo essere fedeli? Impariamo a non essere consolati. Non ci resta che disperare e sperare nella “Gelassenheit” e, a quest’ora ormai tarda, chiedere all’oste un bicchiere di vino.
Vanni Ronsisvalle
L’autunno del continente
Il giorno del mio decimo compleanno, secondo anno di guerra, la città di Messina fu bombardata con tecnica assolutamente nuova, in certo senso rivoluzionaria dal punto di vista del giuoco che si era fino ad allora giuocato. Vale a dire che i nostri nemici vennero in pieno mezzogiorno e vennero ad ondate successive liberandosi su Messina della più grossa quantità di esplosivo che mai fosse piovuta da quelle parti; in realtà diedero inizio a quel tipo di incursione che dopo, nelle memorie tecniche di quella guerra, sarebbe stata comunemente definita bombardamento a tappeto.
Nardo Giardina
Quelli del jazz
Finalmente il 16 aprile 1952 proprio al “Modernissimo”, in una serata di jazz che aveva come “stella” Gianni Basso, allora virtuoso del sax-tenore, debuttammo con il nome di “Magistratus Jazz Band” facendo sì che, dopo Roma e Milano, anche Bologna avesse la sua “Jazz Band”.
Gianni Ottolini
Cabanon: una baracca, una casa
Disegnato a fine dicembre 1951 come regalo alla moglie Yvonne per il suo compleanno e costruito nel 1952 “su un tratto di roccia battuto dai flutti” dopo uno sviluppo progettuale veloce e sicuro “grazie al Modulor”, il Cabanon (piccola capanna o anche villino, in Provenza) ha una configurazione che non sembra nata immediatamente così com’è, ma come sola parte notturna di un intero alloggio rialzato dal terreno, con scala di accesso, bagno di servizio, cucina, pranzo e soggiorno rivolto verso il mare, forse una cellula dei complessi insediativi Roq e Rob in una delle loro versioni (nella prima, del 1949, Le Corbusier aveva anche brevettato un modulo costruttivo cubico a pilastri e travi in lamiera piegata di alluminio di 226x226x226 cm, con copertura a volta), con cui intendeva dare una “vera ragione” paesaggistica all’architettura della Costa Azzurra deturpata da una polluzione
di casette di ogni stile.
Antonello Lombardi
Il collezionista di cortili e altri racconti
La cerimonia di pensionamento era stata breve e piuttosto malinconica.
Dopo aver insegnato per trent’anni Storia e Geografia nelle scuole medie, Memo Perisi lasciava l’insegnamento.
A salutarlo con un bicchiere di Cinzano e i pasticcini secchi c’erano solo il preside, il collega di educazione fisica e la segretaria dell’Istituto, Carla.
Gli altri docenti avevano accampato scuse varie, più o meno credibili.
La verità è che Memo era simpatico a pochi e di ciò, perfettamente consapevole, non si era mai minimamente curato.
Solitario, taciturno, molto timido da sembrare, a volte, irrispettoso.
Guido Giannuzzi
Paul Wittgenstein, il pianista dimezzato
Il primo dicembre del 1913, Paul Wittgenstein, figlio di una delle più importanti famiglie viennesi, ha già ventisei anni, studia pianoforte con determinazione e affronta il suo primo concerto pubblico. Lo scoppio della Prima guerra mondiale, nel luglio del 1914, gli impedirà di tenerne altri, perché costretto ad arruolarsi nell’esercito imperiale.
...
Dopo il rimpatrio, nel dicembre del ’16, Paul diede il primo concerto, davanti a un pubblico impressionato, ipnotizzato da quella manica destra vuota come dalla inaspettata abilità della mano sinistra.
Carlo Flamigni
Favola di Stoltone, conigli e pochegambe.
Cosa sapete dei conigli? Poco? Lasciate allora che vi racconti una storia che li riguarda (e che tutti i conigli conoscono).
Molti, molti anni prima Eureka, l’isola dei conigli, per molti versi bellissima, non poteva essere abitata dagli esseri umani per via dei continui terremoti che la affliggevano: tutto dipendeva dal fatto che sotto la crosta superficiale l’isola era una specie di gruviera, tutta forata da grotte immense, una delle quali di tanto in tanto crollava causando grandi disastri.
Aldo Tarozzi
Monte Nero traditore
AldoTarozzi è nato a Castelfranco Emilia il 23 maggio del 1898. Ha frequentato ginnasio e liceo nel Collegio dei Salesiani di Bologna fino alla chiamata alle armi nel marzo del 1917. È stato al fronte come artigliere ed eliografista fino al gennaio 1920 quando è stato congedato.
Trasferito a Genova dopo la guerra (1921), ha esercitato inizialmente vari lavori, per poi essere assunto come impiegato nelle Ferrovie (prima a Genova, poi a Bologna). Sposatosi a Castelfranco Emilia, nel 1926, con Giuseppina Piccioli, ha avuto tre figli. È morto il 1° giugno del 1972.
Ha ricevuto la Croce di guerra come combattente della Prima guerra mondiale e gli sono state conferite, postume, medaglia e nomina a Cavaliere di Vittorio Veneto.
La sua passione è stata la pittura, a cui si è dedicato per tutta la vita, ottenendo autorevoli riconoscimenti e realizzando mostre in diverse città: Modena, Bologna, Castelfranco Emilia e Seveso al Palazzo delle Esposizioni. Retrospettive postume hanno avuto luogo a Casalecchio di Reno, a Castelfranco Emilia, e a Bologna in tre successive mostre, di cui la seconda, nel ’93, alla Villa Aldrovandi Mazzacorati, promossa dalla Commissione comunale cultura e l’ultima, col patrocinio della Banca Popolare di Milano, nell’anno 2002.