Catalogo
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Graziano Martignoni
Piccoli esercizi di sopravvivenza
Che cosa dunque cercava così perdutamente, là dove tutto era morte e distruzione e il mondo sembrava non essere più, il dottor Hachiya? Pagg.30
José Ortega y Gasset
Il mito dell’uomo nell’epoca della tecnica
Però l’animale che si trasformò nel primo uomo trovò in sè all’improvviso una grande ricchezza di immagini interiori. Era, secondo natura, un pazzo; tanto pieno di fantasia come non l’aveva avuta nessun animale prima di lui… Pagg.30
Roberto Fregna
Caffè al Vittoriano
Nel silenzio prescritto dai programmi ufficiali, “cornice di gesti ed immagini, è messa in scena la più grande manifestazione patriottica corale che l’Italia abbia visto…”. La salma del Milite Ignoto viene inumata al Vittoriano il 4 novembre 1921. Pagg.25
Olivier Revault D’Allonnes
Sbagliare con Sartre
Siamo responsabili di ciò che non abbiamo cercato di impedire” dice Sartre. C’è di peggio: si è a volte responsabili di ciò che non siamo riusciti ad impedire. Pagg.25
Anna Lo Giudice
Parigi surrealista e le strade del desiderio
È all’angolo della strada che “le vent de l’éventuel” attende il poeta surrealista durante le lunghe peregrinazioni notturne a Parigi. Il mondo moderno sempre più governato dalla tecnologia ha finito per alienare il desiderio. L’erranza è una condizione privilegiata per accogliere il senso segreto della direzione che si intende seguire anche nello scenario più comune. Pagg.36
Non acquistabile. Contenuto in "Surrealismo. Zurigo 1916. Parigi 1924"
Roberto Fregna
Herr Professor Werner Sombart
Per Sombart il nascente capitalismo, nel potente slancio di emancipazione dell’economia dalla morale religiosa e dall’“agire secondo natura”, dà nuova forma alla terra facendone una merce tra le merci, e oggetto dello scambio nell’economia monetaria. Così egli fonda quel pregiudizio ideologico che incombe sulla storia della città europea, legandone indissolubilmente la nascita alla nascita del capitalismo. Pagg.36
Pietro Bellasi
Noi siamo la Grecia
Allora, forse, per chi come noi appartiene alle smemorate culture europee, oggi ostaggi dei miti della mestizia contabile privi di ogni risorsa simbolica, rimbrottati come siamo, zittiti e puniti dai grandi sacerdoti della ragione tecnica e della sua esaustività dogmatica, resi politicamente astenici dall’empirismo astratto di una riedizione della weberiana etica protestante in chiave depressiva e maniacale; per noi dunque forgotten e punished men, verrebbe più spontaneo e sarebbe anche più corretto dire: “non riusciamo più a essere (come) la Grecia”. Pagg.26
Paolo Pullega
Per l’ospite il conforto di una delle donne di casa
Fino all’Ottocento inoltrato, il matrimonio conservò in Europa un carattere contrattuale, e come tale veniva definito dalle famiglie degli sposi. Un criterio di ragionevole equilibrio – più presente nella storia di quanto si creda – implicava che a tale coercizione potesse corrispondere una libertà individuale di attività sessuale, che, ignorata o negata dai regolamenti ufficiali, osteggiata dalla chiesa, filtra peraltro, in ogni epoca, da documentazioni autentiche…. Pagg.36