Catalogo
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Francesco Petrucci
Romanzo ferrarese
Introduzione di Riccardo Modestino
La guerra durava da quasi tre anni, l’esercito italiano si era frantumato l’8 settembre 1943 dopo l’armistizio firmato dal Re con i nemici che erano diventati di colpo alleati. I nazisti da quel momento avevano considerato gli italiani dei traditori e avevano occupato tutte le città, rispondendo con ogni sorta di violenza e uccisioni alle imboscate che venivano tese dei partigiani. Il fronte russo dopo la battaglia di Stalingrado stava respingendo le forze tedesche e la guerra volgeva decisamente a favore dell’Unione Sovietica. In Italia gli alleati marciavano anche se con immense difficoltà da Sud verso Nord, e la guerra sembrava non finire mai.
Ignazio Silone
Una serata di luglio a Sant’Andrea
La scuola dei dittatori
Prefazione di David Bidussa
I mutamenti accaduti con la guerra portarono anche in quella remota valle sorprese e illusioni; ma, per finire, piovve e nevicò come gli altri anni, e i poveri rimasero poveri. Il giorno che arrivò la notizia del colpo di stato sembrava, da principio, un giorno come gli altri, verso la fine di luglio.
Carlo e Flaminia Bottoni
C’era una volta il “driver”
Dialogo sul mondo delle corse al trotto tra una figlia e un guidatore di cavalli
Non è esatto dire che “topo” in romanesco si dice “sorcio”. Non basta. Sorcio non è solo topo, è qualcosa di più. Il topo è l’animale vittima del gatto, il sorcio è predatore, ruba il formaggio, si infila tra le gambe delle signore e le fa svenire, fa gli scherzi ai gatti e, in poche parole, non lo freghi mai.
“Ma perché Carlo Bottoni lo chiamano sorcio?”. Troppo facile la risposta. Guardatelo in sediolo. Guardate la posizione, la testa nascosta tra le braccia, a loro volta nascoste in mezzo alla coda del cavallo. Il busto in avanti, ma non troppo, un sorriso mal celato sotto gli occhiali.
Durante la corsa non v’accorgete mai che è in pista, non lo vedete al largo, non cercatelo all’attacco alla Mazzarini. Poi, quando i cavalli entrano in retta d’arrivo e i protagonisti di tutta la gara si accingono, dopo aver mangiato il primo e il secondo, a disputarsi il dolce, ecco il sorcio che sbuca dalla sua tana alla corda, sgattaiola tra gli avversari come fossero le gambe di una sedia, e zacchete, prende il formaggio e se ne torna allegro e saltellante a casa, cioè in scuderia.
Giuseppe Moscuzza
Il Tempo grande scultore in Marguerite Yourcenar
A cura di Roberto Fregna
Non abbiamo più inutile dirlo una sola statua nello stato in cui la conobbero i contemporanei... Questi materiali duri modellati a imitazione delle forme della vita organica hanno subito, a loro modo, l’equivalente della fatica, dell’invecchiamento, della sventura.
Marguerite Yourcenar
Graziano Martignoni
Intervista a Franco Basaglia
La psichiatria sembra vivere un nuovo “tempo di povertà”. Che cosa rimane oggi degli ideali della stagione delle grandi riforme della psichiatria europea e in particolare del pensiero e dell’opera di Franco Basaglia? Pagg.36
Boldini, Parigi e la Moda
“Les Peintres de la Femme”
A cura di roberto Fregna
La pittura di Boldini si avvale dello straordinario vantaggio che possiede l'arte nei confronti della vita e che consiste nel porsi ogni volta un unico problema rigorosamente circoscritto. Un vantaggio che non è solo dell'arte ma lo è altresi della moda...
Heidegger, Goethe
Viaggiatori del tempo – La Grecia
A cura di Silvia Gajani
In che cosa consiste l'elemento greco o greicità ricercata da entrambi i viaggiatori ? Nella fondamentale differenza dell'intenzione e delle rispettive aspirazioni dei Viaggiatori, così lontani storicamente, consiste la ragione sostanziale del loro accostamento e paragone
Luigi Missiroli, Adello Vanni, Marco Turchi
Il manicomio di Via della Ghiara. Antonio Slavich a Ferrara
Fin dalla metà dell'800 e per più di un secolo, Via della Ghiara significò dunque manicomio e quell'inquietante e triste connotazione fermò la storia in questo angolo di città.
Ancora se ne hanno tracce di memoria nel sentimeno di molti, soprattutto tra coloro che hanno sempre abitato la zona: ma in generale il ricordo di quel passato si va ormai attenuando e chi non sa non può coglierne segni esplitici nella veste odierna della gran parte del complesso (neppure nel retaggio simbolico di qualche inferriata).