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Pietro Bellasi
Suissitude
“Quando le mie dita palpeggiano l’argilla – scriveva Alberto Giacometti – mi ritrovo sui sentieri di Stampa, mentre ritorno da scuola con il fango sui miei scarponi e le montagne ricominciano a ondeggiarmi attorno con i loro canaloni che mi attirano per le ascensioni verso i balconi dell’abisso e le loro scalinate di scisto, silice e nubi; i torrenti cominciano a colare tra le mie mani, gli echi turbinano nella mia testa e i rapaci planano sopra tutte le carogne della mia vita”Pagg.40.
Antonio Sant’Elia
Manifesto dell’Architettura Futurista
Da un’architettura così concepita non può nascere nessuna abitudine plastica e lineare perché i caratteri fondamentali dell’architettura futurista saranno la caducità e la transitorietà. Le case dureranno meno di noi. Ogni generazione dovrà fabbricarsi la sua città. Pagg.36
Nicolaus Eckermann
la profezia di Nietzsche
Il filosofo si trova oggi nella sua formazione minacciato da pericoli di tante specie, da potersi dubitare che possa giungere mai a maturità. Oggi le scienze abbracciano un campo così vasto, ciascuna innalza a vertiginosa altezza la sua torre, aumentando la probabilità che il filosofo, fin dagli inizi dei suoi studi, si senta stanco e voglia tenersi attaccato a qualche cosa e si “specializzi”. Egli non salirà più alle vette a cui mirava, a quelle da cui lo sguardo può spaziare in alto, in basso e lontano. F. Nietzsche
Paolo Fenoglio
La carriera del libertino
Nata quale reagente al clima penitenziale della Controriforma spagnola per opera di Tirso de Molina, la figura beffarda del seduttore che sfida i limiti della morale acquisì poi, con il razionalismo di Molière, i tratti di un ateismo umanistico laico per giungere quindi alla sua massima celebrazione, quale campione dell’illuminismo libertino, con il capolavoro di Mozart. Nel corso dell’Ottocento romantico e della successiva sensibilità decadente, invece, le sue molteplici incarnazioni letterarie e musicali assunsero sembianze vagamente faustiane e vennero talvolta segnate da accenti di alinconia esistenziale, che poi si trasformeranno, con l’avvento della demitizzazione novecentesca, nei connotati ironici, parossistici o grotteschi che troviamo nelle opere di B. Shaw e Stravinskij.